(function() { var ga = document.createElement('script'); ga.type = 'text/javascript'; ga.async = true; ga.src = ('https:' == document.location.protocol ? 'https://' : 'http://') + 'stats.g.doubleclick.net/dc.js'; var s = document.getElementsByTagName('script')[0]; s.parentNode.insertBefore(ga, s); })();
Iscrizione newsletter Chiudi

Registrati alla Newsletter, per essere sempre aggiornato.

* Campo obbligatorio

Indirizzo Email

*

Nome

Cognome

Tipologia Utente:

*
*
Carta d'Identità Centro Studi 50&Più Chiudi

Centenaro Marina

IUl ruolo dell’assistente sociale in ospedale

La rivista del lavoro sociale, 6, 2021, pp.28-34

Quali sono i fondamenti etico-professionali che guidano l’assistente sociale nel suo lavoro in ospedale? L’assistenze sociale ospedaliero ha principalmente un ruolo di accompagnamento nel percorso delle dimissioni protette. È un ruolo visto da un lato come una forma di ponte per un passaggio protetto dalla cura alla dimissione e dall’altro come un cuscinetto necessario per mediare e tradurre le istanze dei soggetti del sistema reparto/ospedale.

Il primo concetto da inquadrare è il cambiamento. Quando un familiare sta male irreversibilmente (soprattutto anziani e oncologici) ci si trova a fare i conti con un cambiamento che porta con sé stress, dolore e difficoltà a dover rivedere l’equilibrio del sistema familiare. Questo cambiamento repentino getta nel panico i soggetti coinvolti.


Dunque ad esso si collega un altro concetto: la sinergia, ossia il cooperare insieme per ottenere un risultato che non può essere raggiunto singolarmente, pertanto è un vero lavoro di squadra, la cui resa è data dalla coesione del gruppo per un obiettivo comune. Ciò aiuta tutti, familiari, pazienti e operatori, a impiegare un nuovo concetto: l’intelligenza emotiva, ossia la capacità di riconoscere i nostri sentimenti e quelli altrui. Un aiuto professionale simile può essere offerto con l’empatia, permettendo di entrare in relazione e sintonia con l’altro, dando così un nome alle emozioni vissute dai familiari. Tuttavia per gli operatori l’empatia va e deve andare oltre il "mettersi nei panni di", perché comunque importante mantenere una stabile distinzione tra sé e l’altro: solo così ci può essere ‘trasferibilità’, di un concetto importante come la resilienza in quanto capacità di far fronte positivamente agli eventi traumatici.

Ultimo aspetto da considerare è il tempo, che in ospedale ha un valore diverso. Il tempo ospedaliero richiede una rapidità, una capacità di analisi per ipotizzare un progetto di aiuto-tutela realizzabile in funzione della dimissione in tempi molto ristretti.

(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)

TORNA ALLA PAGINA PRECEDENTE     AGGIUNGI AI PREFERITI     I MIEI PREFERITI
Autore (Cognome Nome)Centenaro Marina
Casa Editrice, città
Collana
Anno Pubblicazione2021
Pagine28-34
LinguaItaliano
OriginaleSi
Data dell'articolo19000101
Numero6
Fonte
Approfondimenti Online
FonteLa rivista del lavoro sociale
Subtitolo in stampaLa rivista del lavoro sociale, 6, 2021, pp.28-34
Fonte da stampare(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)
Volume
Approfondimenti
Centenaro Marina
Attori
Parole chiave: Dimissioni ospedaliere Etica Operatore socio-assistenziale e sanitario