Secondo uno studio della Cgil, l'Anticipo Pensionistico (Ape) sia nella versione"social" che in quella "precoci", è stato un flop. Diventato legge un anno fa con la Manovra, doveva scattare a maggio, non ha ancora pagato nemmeno un assegno. Il provvedimento, con cui lo Stato paga un assegno di pensione, con un tetto massimo di 1.500 euro lordi al mese, fino al raggiungimento dell'età per la pensione di vecchiaia, ha visto un numero di domande accolte molto inferiore al previsto. Nel 2017 sono state ammesse all'Ape social solo 18.902 persone, che costeranno alle casse pubbliche "solo" 90 milioni rispetto ai 300 stanziati dal governo. I lavoratori che hanno chiesto volontariamente l'Anticipo Pensionistico sono invece stati 12.388, per un costo di 56 milioni contro i 350 stanziati. Secondo il sindacato, in totale sono state accolte quest'anno solo 31.290 domande di Ape, meno della metà rispetto alle 60.000 preventivate dall'esecutivo. Il risparmio di risorse, rispetto allo stanziamento, è stato di oltre mezzo miliardo di euro. La Cgil evidenzia, nello studio, la necessità di intervenire in legge di Bilancio per modificare profondamente le procedure e i vincoli attualmente in essere.
(Sintesi redatta da: Carrino Antonella)