Come riportato con grande enfasi dai media locali, Yin Weimin, ministro delle risorse umane e della sicurezza sociale, durante una conferenza stampa, ha precisato che la politica del governo cinese sulle pensioni «sembra non essere aggiornata». Attualmente, infatti, l'età di pensionamento in Cina è di 60 anni per gli uomini e 55 per le donne impiegate. È di 50 anni, invece, per le operaie. «L'attuale politica è stata formulata circa 60 anni fa, quando l'aspettativa di vita media era relativamente bassa. Dopo tanti anni, l'aspettativa di vita è aumentata», ha detto (come tanti suoi omologhi occidentali) il ministro Yin.
Jin Weigang, un ricercatore per il ministero delle risorse umane e della sicurezza sociale, ha detto alla China News Service che il piano probabilmente verrà attuato nel 2022 dopo un periodo transitorio di cinque anni. Il piano del governo di aumentare l'età pensionabile «è una risposta al fatto che la contrazione della forza lavoro e l'invecchiamento della popolazione hanno cominciato a mordere il sistema del mercato del lavoro e le pensioni del Paese». I dati sulla popolazione del resto sono implacabile nella Cina contemporanea e sono già stati sottolineati più volte, in occasione – ad esempio – della riforma della legge del figlio unico. Si tratta di dati che mostrano che il numero di persone di età compresa tra 16-60 è diminuito a 911 milioni nel 2015, il quarto anno consecutivo di declino.
(Fonte: tratto dall'articolo)