Il mondo privato, sociale e politico: questi i tre filoni di studio affrontati nella ricerca. Tre spazi di realizzazione attraverso i quali le donne del secolo scorso sono passate, seguendo percorsi diversi, spesso difficili, quasi mai lineari. Spazi abitati anche dagli uomini, soprattutto da uomini che ne hanno definito le regole. Le donne del Novecento hanno “invaso” questi spazi, facendosi largo a fatica, e cercando, attraverso un lento processo di maturazione, l’individuazione di un’identità propria, originale, sganciata da un’arida emulazione degli stereotipi maschili. È importante che accanto alla voce delle donne appaia quella degli uomini, dei tanti uomini che hanno vissuto quella stessa storia da un angolo visuale del tutto differente.
Una prospettiva che possiamo immaginare, ma che non conosceremo mai fino in fondo (e non pretendiamo di farlo con questa ricerca), finché non ci fermeremo ad ascoltare anche la loro voce. Molti di loro hanno saputo leggere nella “fatica” esistenziale delle proprie madri l’inequità della condizione femminile del tempo. E, in alcuni casi, hanno reagito e risposto al sistema sociale dominante, definendo diversamente il proprio rapporto con le donne in casa, al lavoro, nell’impegno sociale e politico. La lunga marcia della difficile affermazione dei diritti di cittadinanza delle donne non è terminata e non tutte le donne ne sono consapevoli. Per questo è importante richiamare la memoria del passato: perché ricordando ciò che è stato non si torni indietro; perché analizzando la storia delle donne e degli uomini si possano favorire processi di piena affermazione della donna in tutti gli spazi, pubblici e privati, della vita sociale, evitando pericolosi “ritorni al passato”. (Fonte: www.50epiu.it)