La norma, conosciuta come anti badanti, nata per tutelare gli uomini anziani da matrimoni d’interesse, prevedeva che se il coniuge scomparso si era sposato in età superiore ai 70 anni con una persona di almeno venti più giovane, non sarebbe stata riconosciuta la pensione di reversibilità alla consorte. La Corte Costituzionale l’ha dichiarata illegittima, sottolineando l’irragionevolezza del blocco della pensione in questi casi. Ha inoltre insistito sul concetto di «piena libertà di determinare la propria vita affettiva che ben si collega all’allungamento dell’aspettativa di vita».
Non è infatti possibile a priori escludere che vi sia amore in un’unione squilibrata a livello anagrafico. Sono 5.000 l’anno le coppie che si sposano con differenza di età più simile a quella esistente tra padre e figlia. Gli sposi tardivi hanno tra 70 e 85 anni in media, mentre è raro che donne anziane sposino uomini molto più giovani. Marco Meliti, presidente dell’associazione italiana di diritto e psicologia della famiglia considera però che: «La norma anti-badanti era considerata un caposaldo per difendere le persone oltre i 70, più vulnerabili. Il principio di diritto espresso dalla Corte Costituzionale è ineccepibile, ma adesso? Consiglio a chi decide di affiancare al papà una ragazza che lo assiste a casa di far nominare un amministratore di sostegno in modo che ogni atto debba passare attraverso di lui e non sia possibile convolare a nozze di nascosto». I problemi legati all’eredità sono infatti piuttosto frequenti, anche perché se l’annullamento di matrimonio avviene per incapacità di intendere e di volere, a richiederlo deve essere soltanto l’interessato e i familiari non possono intervenire.