La felicità nella vita segue uno schema a ferro di cavallo: inizia con l’entusiasmo dei vent’anni, poi cala tra i 45 e 55 e poi si risale la china. Le aspettative deluse colpiscono senza distinzione uomini e donne. La conferma arriva dallo studio dei ricercatori Terence Cheng, Nattavudh Powdthavee e Andrew Oswald, delle università di Melbourne e Warwich e della London School of Economics, che hanno raccolto migliaia di questionari sul benessere di persone tra i 20 e i 70 anni in Regno Unito, Australia e Germania. Gli scienziati si sono concentrati sul rapporto tra benessere e aspirazioni. Il fatto che a vent’anni vediamo il futuro luminoso è un meccanismo di protezione della specie, il cervello elabora le informazioni mostrando un domani più promettente della realtà. Purtroppo, come dimostra un altro studio condotto da Hannes Schwandt, ricercatore a Princeton, che ha analizzato sia il benessere delle persone in diversi momenti della loro vita, sia le loro aspettative, il risultato è che sbagliamo quasi su tutto perché ci aspettiamo troppo. Così la nostra percezione di benessere, al di là delle reali condizioni di vita, scende e tocca il punto più basso quando vediamo che non tutto è andato come pensavamo, peggiorato dall’idea che non avremo mai più le stesse opportunità. Fortunatamente è provato che la reazione emotiva alle occasioni mancate diminuisce con l’età, quindi gli anziani soffrono meno per quel che poteva essere e invece non è stato. Perché impariamo con l'età a fare i conti con rimpianti e delusioni.
(Sintesi redatta da: Flavia Balloni)