La curcumina, uno dei principali componenti chimici della curcuma, appartiene ai cosiddetti nutrienti bioattivi, sostanze che – al contrario dei farmaci in genere concepiti per curare obiettivi specifici – sono in grado di regolare contemporaneamente diverse funzioni biologiche. Nel caso specifico si tratta di processi coinvolti nella salute del cervello. La curcumina, infatti, aumenta l’attività di alcuni neurotrasmettitori che forniscono al cervello glucosio e ossigeno, cioè l’energia di cui ha bisogno per funzionare al meglio.
A ciò si aggiunge l’attività antinfiammatoria e antiossidante che si sta mostrando sempre più utile nella prevenzione del declino cognitivo legato all’invecchiamento. Uno studio condotto a Singapore su un campione di 1000 persone, ad esempio, ha evidenziato una maggiore capacità cognitiva in coloro tra i partecipanti che consumavano più curry (un mix di spezie con alta componente di curcuma resa così più assorbibile). Un altro studio di particolare interesse è stato condotto in Australia su un gruppo di 60 persone con 69 anni di età media. A un gruppo di essi sono state somministrate capsule di curcumina, agli altri un placebo senza che nessuno di loro sapesse chi assumesse cosa. A tutti i partecipanti è stato chiesto di svolgere alcuni test cognitivi prima di assumere le capsule e di replicarli un’ora e poi tre ore dopo aver ingerito la dose. Gli stessi test sono stati poi ripetuti dopo 28 giorni di trattamento. Ne è emerso che il gruppo che aveva assunto curcumina già dopo la prima ora conseguiva, rispetto a coloro trattati con placebo, risultati migliori.
Oltre a prevenire il declino cerebrale, la curcumina ha mostrato nel tempo un forte potenziale come antidepressivo naturale dagli effetti paragonabili al Prozac (nome commerciale della Fluoxetina), uno dei farmaci antidepressivi più noti e prescritti al mondo. Uno studio condotto in India –tra i Paesi maggiori estrattori e consumatori di curcumina – ha messo a confronto tre gruppi di pazienti affetti da depressione rispettivamente trattati con: curcumina; Prozac; una combinazione di entrambi. Gli integratori di curcumina si sono rivelati efficaci quanto il Prozac, mentre i risultati migliori sono stati registrati in chi avesse assunto entrambi.
La dose giornaliera di curcumina consigliata è di 80 mg, circa mezzo cucchiaino, ma assumerne la giusta quantità non basta a garantirci il pieno beneficio: serve anche assumerla nel giusto modo. Per essere pienamente assorbita, quindi svolgere al meglio la sua azione protettiva, la curcumina ha bisogno di grassi che la rendono fino a 60 volte più bio disponibile. Per questo quando usiamo la curcuma in cucina, non dovremmo mai dimenticare di aggiungere, ad esempio, dell’olio extravergine di oliva. Un altro forte potenziatore dell’assorbimento del nostro alleato di salute è il pepe nero. La curcuma è quindi un “brillante” esempio di medicina naturale che, se integrata pienamente nelle nostre abitudini alimentari, può rappresentare una grande arma di prevenzione e salute.
(Fonte: tratto dall'articolo)