Il Coronavirus si è fatto carico di mostrarci che l’Italia, tra i Paesi più longevi al mondo, non può permettersi di curare in ospedale “tutto” e “tutti” – certamente non la pandemia né le fragilità e le multimorbilità correlate all’invecchiamento – e che il domicilio dei pazienti è la vera alternativa all’ospedale. Nel nostro Paese, l’assistenza domiciliare è ancora “da fondare”: ne beneficia appena il 2,7% degli over65 e per una media di 20 ore di prestazioni all’anno.
“Il Covid ha rivelato che sono i vecchi fragili la debolezza intrinseca al nostro sistema e che l’assistenza domiciliare e, più in generale, le cure territoriali, rappresentano oggi la vera priorità di investimento in sanità per diminuire la pressione sugli ospedali e mettere questi ultimi nelle condizioni di fare il mestiere dell’acuzie per cui sono nati”, afferma il prof. Roberto Bernabei, Presidente di Italia Longeva e membro della CTS della Protezione Civile.
(Fonte: tratto dall'articolo)