Un’infermiera di Perth si era accorta che l’uomo profumava sempre di muschio, ma non aveva capito cosa fosse finché non entrò in una stanza che radunava alcuni malati di Parkinson: ora tre università stanno studiando il suo caso per capire cosa «sente». La scoperta dei ricercatori scozzesi è stata del tutto casuale e dovuta alla particolare attenzione della moglie di un paziente, Joy Milne, un’infermiera di Perth con uno spiccato senso dell’olfatto, che dopo anni di matrimonio si era accorta che il marito Les, anch’egli infermiere anestesista del suo stesso ospedale, aveva cambiato odore, un odore che non passava nemmeno dopo la doccia. L’odore della nostra pelle è principalmente legato alle secrezioni di due ghiandole, quelle sudoripare che producono il sudore (con cui eliminiamo rifiuti corporei diluiti in acqua che evapora contribuendo alla nostra termoregolazione oltre a ioni cloro, sodio, potassio, eccetera) e quelle sebacee che producono il sebo, un liquido con proprietà di difesa e lubrificazione cutanea, secreto per lo più in prossimità dei bulbi piliferi, tant’è vero che nel palmo delle mani queste ghiandole mancano, mentre abbondano sotto le ascelle. Per capire come mai il sudore può aver a che fare con questa malattia, va detto che questa non si limita a disturbi di tipo motorio come il tremore, ma presenta anche sintomi non motori fra cui una diffusa compromissione delle piccole fibre nervose che controllano i sistemi cardiovascolare, urinario, gastrointestinale, pupillare, endocrino e, per l’appunto, cutaneo e sudoriparo, tant’è vero che fin dal secolo scorso si diceva che la pelle è lo specchio del Parkinson.
(Fonte: tratto dall'articolo)