Il nostro è un tempo di grandi cambiamenti, che iniziano in Europa, nel settecento, quando si affermano i principi di libertà, uguaglianza e fraternità. Di questi due principi, la libertà e l’eguaglianza si sono in parte realizzate, sia pure, il primo, in senso individuale, mentre il senso della fraternità è mancante. Perché visto che la libertà è diventata arbitrio individuale e l’uguaglianza genera il liberismo, la vita diviene una gara dove vince il più forte e dove la concorrenza è spietata. Sono soprattutto gli adulti (nonni e genitori) che, al contrario di quanto accadeva dopo la guerra, quando si diceva: «Voglio lavorare perché i miei figli non passino ciò che abbiamo vissuto noi», non vogliono rinunciare alla propria posizione. Sono ripiegati sul mito “dell’uomo che si è fatto da solo” per mantenere i propri diritti, come accade per le pensioni, senza fare scelte e progetti che prevedano un lungo termine, un futuro. L’invito papa Francesco è di accettare il «cambiamento d’epoca» senza risentimenti, accettare di essere più poveri senza cadere in depressione. L’alternativa è la chiusura, l’autocommiseramento e il ridursi ad essere «generali di eserciti sconfitti» piuttosto che «semplici soldati di uno squadrone che continua a combattere».
(Sintesi redatta da: Balloni Flavia)