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Peccarisi Cesare

La musica su misura che incoraggia ad andare avanti

Il Corriere della Sera, 27-09-2015, p.54

Le strategie fisioterapiche che si basano sull’ascolto di suoni, melodici o ritmici, forniscono al malato di Parkinson informazioni sonore utili a riorganizzare mentalmente le caratteristiche spaziali del cammino, permettendo di riadattare il comportamento motorio. Ad esempio l’anno scorso la danza era stata proposta dai ricercatori dell’Università di Roehampton all’attenzione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità come trattamento di routine per la sua capacità (unica rispetto ad altri trattamenti) di indurre contemporaneamente miglioramenti negli ambiti fisico, mentale, emotivo e di socializzazione. Un gruppo di ricercatori australiani e irlandesi ha successivamente fatto notare che i pazienti da avviare alla “danzaterapia” vanno attentamente selezionati e che occorrono precisi criteri di valutazione per capire quali sono la frequenza, il volume e l’intensità degli esercizi di ballo più adatti a ciascuno. Ma sono molte le segnalazioni sull’utilità della danza irlandese, del tango, o anche del Tai Chi, per la correzione dei parametri spazio-temporali e cinematici di movimenti complessi, nei quali occorre contemporaneamente focalizzare l’attenzione e la concentrazione sulla qualità dei movimenti e sulla percezione sensitiva. I ricercatori dell’Università di Ferrara, diretti da Stefano Tugnoli, segnalano (e ne parleranno al congresso di Torino) quello che potrebbe essere il ritmo musicale ideale per la riabilitazione dei pazienti parkinsoniani. È stato chiamato AMAPM, acronimo di adapted motor activity with pleasant music. Una sorta di compilation scelta dagli stessi pazienti in base al benessere psichico che certe musiche infondevano loro: armoniche e ritmiche di musica classica, pop, leggera anni 50 e 60 e anche musiche da bambini. L’AMAPM è stato poi verificato dai medici, ma potrebbe ancora perfezionarsi, man mano che verrà usato negli anni. Finora è stato studiato su pazienti di circa 78 anni che, dopo averlo ascoltato, hanno avuto non solo un miglioramento delle performance motorie, ma anche di quelle psichiche, con un beneficio sull’umore del 36% e un calo del 47% degli altri disturbi associati, come i problemi di sonno. L’effetto benefico si è avuto pure sui caregiver, con conseguente miglioramento della qualità di vita sia dei malati sia di chi si prende cura di loro. Questo ritmo musicale migliora il movimento e riattiva le emozioni positive, con un effetto generale che riesce a opporsi a quello negativo della durata di malattia.

(Fonte: tratto dall'articolo)

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Autore (Cognome Nome)Peccarisi Cesare
Casa Editrice, città
Collana
Anno Pubblicazione2015
Pagine54
LinguaItaliano
OriginaleNo
Data dell'articolo2015-09-27
Numero
Fonte
Approfondimenti Online
FonteIl Corriere della Sera
Subtitolo in stampaIl Corriere della Sera, 27-09-2015, p.54
Fonte da stampare(Fonte: tratto dall'articolo)
Volume
Approfondimenti
Peccarisi Cesare
Parole chiave: Malattia di Parkinson Musicoterapia