I settantenni di oggi potrebbero essere come i sessantenni di ieri. Lo evidenzia uno studio pubblicato sulla rivista Plos One dai ricercatori dell’Universitò di Stony Brook (Usa), dell’International Institute for Applied Systems Analysis (Iiasa) di Laxenburg (Austria) e dell’Organizzazione delle Nazioni Unite (Onu), secondo cui l’età anagrafica non rappresenta necessariamente la migliore misura dell'invecchiamento umano. A loro avviso, l’età effettiva di una persona può essere valutata considerando il numero di anni degli individui che vivono in un dato paese nel 21° secolo. L’indagine ha inoltre evidenziato che entro la fine del secolo l'invecchiamento della popolazione dovrebbe fermarsi. “Questo studio è diverso dalle precedenti ricerche, perché abbiamo utilizzato le previsioni delle Nazioni Unite, che prendono in considerazione l'incertezza, e le abbiamo combinate con le nostre nuove misure dell’invecchiamento - afferma Warren Sanderson, che ha diretto lo studio -. Fatto questo, emerge la certezza virtuale che l'invecchiamento della popolazione avrà fine in Cina, Germania e Stati Uniti prima della fine del secolo”.
(Fonte: tratto dall'articolo)