Nel 2030 gli ultrasessantacinquenni in Italia saranno il 35% della popolazione: 21 milioni di persone potrebbero trovarsi a fronteggiare con tumori del sangue. È questo lo scenario a cui dobbiamo prepararci secondo Giovanni Pizzolo, vicepresidente della Società italiana di ematologia riunita a congresso in questi giorni. È vero che oggi le probabilità di guarire da di malattie del sangue come leucemie, linfomi e altre gravi patologie sono più alte di un tempo: dei 32 mila malati che ogni anno contraggono in Italia linfomi, mielomi, mielodisplasie, leucemie linfatiche, leucemie mieloidi acute, e altre patologie, di cui (21.300 sono over 65) il 35-40% ha speranze di guarigione. Ma l’aumento del numero dei malati rappresenta una sfida inedita. La ricerca sta producendo importanti innovazioni: aumentano le terapie “chemo free” e i farmaci “intelligenti”, meno invasivi della chemioterapia, e che vanno a colpire con precisione solo le zone colpite da malattia. Inoltre, le scoperte nel campo dell’immunologia, hanno fatto grandi passi in avanti grazie alle sperimentazioni rendendo effettive tecniche che anni fa esistevano solo sulla carta. Infine, le tecniche della medicina di precisione sono sempre più personalizzate e mirate sul singolo paziente.
(Fonte: tratto dall'articolo)