Potrebbero bastare un paio di occhialini 3D, uno smartphone e poco altro per proiettare il paziente in situazioni di vita reale. Il tutto per individuare i primi segnali di danno cognitivo e per aiutarlo a rallentare questo declino. Ecco tutte le novità hi-tech. La realtà virtuale, cioè la simulazione della realtà tramite tecnologie sofisticate, diventa uno strumento non soltanto ludico, ma anche terapeutico: oggi i sistemi virtuali stanno mettendo in mostra tutte le proprie potenzialità per migliorare la qualità di vita di chi soffre di Alzheimer o di altre forme di demenze e per fornire strumenti per una diagnosi ancora più precoce. Dai filmati in 3D che permettono di rivivere eventi del passato a videogame per individuare segnali del declino cognitivo, sono molte le strategie e i progetti di realtà virtuale che si stanno sviluppando, a livello nazionale e internazionale, dedicati a chi è affetto da patologie degenerative. Queste malattie, oltre a comportare sintomi fisici spesso invalidanti, cancellano alcune abilità della persona, allontanandola dalla realtà. E in questo caso proprio la realtà virtuale potrebbe diventare una sorta di bastone di appoggio per “muoversi” un po' meglio nella vita quotidiana.
(Fonte: tratto dall'articolo)