Sono circa 400 i volontari, soprattutto giovani e pensionati, del progetto Verona Minor Hierusalem, destinato a far scoprire a turisti, pellegrini e veronesi la loro città. «Il fine non è solamente aprire cinque chiese che normalmente sono chiuse — sottolinea Paola Tessitore, responsabile dei volontari per il progetto — ma creare relazioni positive e nuove tra persone che non si conoscevano, in un contesto di bellezza, di storia e arte». I volontari hanno fatto un colloquio individuale nel quale hanno svelato le loro motivazioni e aspettative, successivamente hanno frequentato un apposito corso di formazione, sulla storia dell’arte e delle chiese della città, su sicurezza e accoglienza, e anche appreso un po’ d’inglese. Per tenere aperte le chiese sono poi stati formati gruppetti di tre persone, scelti in modo di formare nuclei omogenei, complementari, intergenerazionali. Tutte le istituzioni che sponsorizzano il progetto hanno partecipato fornendo servizi e supporto tecnico a titolo gratuito, compresi gli storici dell’arte che hanno scritto per i pieghevoli distribuiti nelle chiese. Oltre all’apertura delle chiese per il primo itinerario, il progetto comprende anche il mantenimento di una apposita segreteria e l’infopoint (nella chiesa di San Pietro Martire). «I volontari continuano ad iscriversi — dice Tessitore — e quando si creerà un nuovo gruppo sufficientemente numeroso, valuteremo l’apertura di un secondo itinerario».