Il cohousing torna in forme nuove e in contesti molto complessi: i quartieri urbani in cui è difficile farcela da soli, per i disabili come per gli anziani o anche solo per una coppia con due lavori che deve barcamenarsi con un figlio da “gestire”. Ad Affori, in via Scalpellini abita Liat Rogel, designer che per professione si occupa di housing sociale, la sua abitazione è nata come casa in cooperativa, con due spazi condominiali comuni e uno spazio digitale, un social network progettato da lei ad hoc per realtà di questo tipo. Un altro esempio è il primo cohousing di Milano, in via Donadoni, dove gli abitanti hanno condiviso una piscina. Sembra una cosa da radical chic, ma in realtà è una bellissima operazione di inclusione sociale. Gli anziani che vivono in quel condominio con la piscina, possono condividere il tempo con i nipoti che vengono a trovarli e l’estate è più sopportabile. Alla fine, pure una pozza d’acqua è un pezzo di welfare, se si innesta nel contesto del cohousing. Non solo servizi e progettazione: Liat e le sue socie si sono inventate Experiment Days, la fiera-evento dell’abitare collaborativo, la prima in Italia. L’edizione 2017 si terrà a Milano i prossimi 23 e 24 giugno.
(Sintesi redatta da: Carrino Antonella)