Nella Comunicazione della Commissione Europea al Parlamento sul Piano d’azione Sanità elettronica 2012-2020 – Una sanità innovativa per il 21° secolo (2012) si evidenzia che la spesa pubblica in sanità, nei 27 Stati membri dell’UE, è passata da una media del 5,9% del PIL nel 1990 al 7,2% del PIL nel 2010 e potrebbe crescere fino all’8,5% del PIL nel 2060. Incremento dovuto all’invecchiamento demografico e a una pluralità di altri fattori socioeconomici e culturali. La Commissione Europea ha proposto linee strategiche di intervento (si veda da ultimo European Commission 2018) che i singoli Stati sono stati invitati a realizzare. Per ciò che concerne l'Italia, sono state varate linee di indirizzo sulla Telemedicina in due ambiti:il Fascicolo sanitario elettronico (DPCM 29 settembre 2015, n. 178) e la dematerializzazione delle prescrizioni mediche (DM del 2 novembre 2011). L’Osservatorio Innovazione Digitale in Sanità del Politecnico di Milano (2018), ha rilevato scarsi progressi nella realizzazione del Patto per la Sanità Digitale. Solo il 39% delle Direzioni delle Aziende sanitarie ritiene che la telemedicina sia un ambito strategico e tutte sono lontane dalla adozione capillare di questo strumento. Soluzioni più avanzate, come la tele-riabilitazione e la tele-assistenza, sono confinate a sperimentazioni che interessano, rispettivamente, il 10% e l’8% delle aziende intervistate . Sempre in base ai dati pubblicati dall’Osservatorio Innovazione Digitale in Sanità (2018), sebbene il ricorso a servizi online in ambito sanitario risulti in crescita ( il 41% dei cittadini li utilizza per avere informazioni e il 12% per prenotare esami e visite), l’accesso di persona viene privilegiato per il consulto (86%), per il pagamento (83%) e per il ritiro dei referti (80%). Quanto alle applicazioni (App) per il monitoraggio del proprio stile di vita, queste vengono fruite da poco meno di un cittadino su cinque, mentre quelle che monitorano parametri vitali (battiti, pressione ecc.)sono utilizzate dal 12% della popolazione. Si rileva, inoltre, un sottoutilizzo di tali dispositivi da parte degli over 55 con patologie croniche che, sebbene siano coloro che potrebbero beneficiarne maggiormente, risultano ancora poco digitalizzati.
(Sintesi redatta da: Carrino Antonella)