In occasione del quarantennale del Fasi (Fondo assistenza integrativa dei dirigenti italiani), si è discusso del ruolo della sanità integrativa a sostegno dei sistemi sanitari del futuro partendo da inconfutabili dati demografici. L’Italia è al secondo posto al mondo come longevità della sua popolazione; dato che incide in maniera diretta sulla disponibilità delle risorse per curare coloro che stanno invecchiando. Se aumentano i pensionati rispetto ai lavoratori attivi, aumenteranno i fondi, già oggi scarsi, da destinare alle coperture previdenziali e sanitarie. La spesa sanitaria (dati 2016)ammonta in Italia a 150 miliardi annui, di questi circa 112 provengono dal pubblico; gli altri 38 mld sono quelli che gli italiani tirano fuori dalle loro tasche ( “out of pocket”, per pagare i ticket, le visite private, analisi,eccetera). Di questi, solo 5 miliardi passano per l’assistenza sanitaria integrativa intermediata, dato molto al di sotto della media europea. E’ emersa l’indicazione di trasferire una quota più consistente della spesa sanitaria “privata” delle famiglie italiane ad enti che, senza scopi di lucro, basano la loro attività sul principio mutualistico. Approfondendo gli scenari del welfare sono state individuate due questioni cruciali: la cronicizzazione delle malattie e l’impetuoso sviluppo delle tecnologie digitali.
(Sintesi redatta da: Carrino Antonella)