E’ lecito chiedersi quali saranno gli equilibri demografici da qui al 2050 e come influiranno su di essi gli attuali e futuri flussi migratori. Fra le altre fonti citate, l’articolo commenta un recente studio del professor Massimo Livi Bacci (Il Mulino n.6/2016 L’Europa ha bisogno di un’immigrazione di massa?) che soppesa i pro e i contro di una immigrazione di massa sugli equilibri demografici dell’Europa. Nello scenario “immigrazione zero” dell’Onu, da oggi al 2050, avremmo un decremento del 10% della popolazione all’interno del quale però gli over 70 crescerebbero del 62% (+57 milioni) con una età media che passerebbe da 41 a 47 anni. Non molto dissimile sarebbe l’andamento se le immigrazioni continuassero più o meno allo stesso livello degli anni 2010-2015. Anche ipotizzando un netto aumento del tasso di attività della popolazione anziana maschile e soprattutto femminile, si avrebbe comunque un lieve calo della forza lavoro e soprattutto si dovrebbero subire le conseguenze, documentate da diversi studi, della minore capacità innovativa dei lavoratori anziani. L’immigrazione comunque non sarà sufficiente per combattere l’invecchiamento. In conclusione guardando le prospettive della demografia europea nei prossimi trent’anni le tre sfide che si pongono sono:
- La sfida dell’accoglienza, integrando i migranti con il minor numero possibile di conflitti sociali;
- La sfida dell’invecchiamento, rendendo più produttiva per l’intera società la vita della popolazione anziana;
- La sfida dello sviluppo, migliorando le condizioni di vita nei paesi del Sud del mondo.
(Sintesi redatta da: Carrino Antonella)