Hortensia è nera e scontrosa, Marion bianca e snob. Da quasi vent’anni vivono una accanto all’altra a Katterijn, un’enclave di una quarantina di case in un sobborgo di Città del Capo. Vent’anni di ostilità e disprezzo reciproco, di futili litigi, di «commenti maligni». Ad accomunarle è il successo ottenuto sul lavoro, in un’epoca in cui le donne in carriera erano rare: se Marion è riuscita ad aprire uno studio di architettura con più di trenta impiegati, Hortensia ha fondato un’azienda tessile diventando una «guru del design». Ormai ottantenni e fresche di vedovanza, le due «vecchiette» continuano a detestarsi apertamente finché un evento inaspettato non le costringe a una convivenza forzata. Così, tra i timidi tentativi di Marion di creare una complicità «alla Thelma & Louise» e la burbera ritrosia di Hortensia, i battibecchi quotidiani si addolciscono e i rancori si trasformano lentamente nel terreno comune tra due donne capaci di farsi strada, in modi opposti, negli anni difficili dell’apartheid. Con sguardo lieve e senza mai perdere l’ironia, Yewande Omotoso dà vita a un racconto sull’emancipazione femminile, sull’impatto del colonialismo nella società sudafricana e, soprattutto, su una materia spesso elusiva: l’amicizia.
(Fonte: www.ibs.it)