Alcuni mesi fa ho avuto la fortuna di vedere con i miei occhi lo stato di avanzamento del progetto iCub, il robot umanoide che un giorno potrebbe entrare nelle nostre case. Ma credo che chi, come me, rappresenta i pensionati e gli anziani italiani debba necessariamente riflettere su che cosa comporterebbe lo sviluppo di un progetto di tale portata. Il costante invecchiamento della popolazione ci obbliga a ragionare su questo e in particolare su come rimodellare il welfare.
Perché è del tutto evidente che il cosiddetto “stato sociale” in prospettiva non sarà più così come lo abbiamo conosciuto fino ad oggi.
Penso, ad esempio, a quanti benefici potrebbe portare un’applicazione in grado di scaldare dei cibi, preparare il caffè e tenere in costante monitoraggio i parametri vitali di un anziano non autosufficiente, pronto ad allertare medici e familiari qualora ce ne fosse bisogno. Penso quindi che la tecnologia possa avere davvero uno sviluppo “sociale” e possa migliorare fattivamente la vita delle persone. L’esperienza del robot umanoide iCub ce lo sta già dimostrando, così come i tanti avanzamenti nel campo della stampa 3D applicata alla chirurgia o ai continui sviluppi nella domotica.
Quello che auspichiamo noi non è soltanto una “rivoluzione tecnologica” ma un modo diverso di concepire in generale il welfare e la sanità, mutuandoli ai nuovi bisogni.
(Fonte: tratto dall'articolo)