La tv generalista tuttora di spettatori ne intrattiene oltre il 60%. E dentro questo mondo l’attenzione va rivolta in particolare a Rai1 e Canale5 che di quella platea generalista si spartiscono i due terzi. Ebbene, concentrando lo sguardo sul decisivo orario che va dalle 18 alle 24, quando la platea conta di più perché raggiunge la massima estensione, e guardando ai dati di maggio, mese in cui si compie la stagione competitiva della i primavera, i due canali-balena, quelli da cui dipendono in misura predominante i ricavi pubblicitari di Rai e Mediaset, sembrano diventati più grossi di prima. È successo che Rai1, dopo avere incespicato per un paio d’anni, tanto da calare da sopra il 19% a sotto il 17%, sia da ultimo risalita abbondantemente sopra il 18% (18,4%, per l’esattezza). Mentre Canale 5, da par suo, ha raggiunto il 17% il migliore risultato da quattro anni a questa parte. La crescita dei due canali non è identica e il loro pubblico è cambiato. Premesso che il concetto di “cambiamento”, quando si parla di pubblici televisivi va adottato con molta cautela perché in questo campo la velocità dei fenomeni è quella dei ghiacciai, si nota per Rai1 un appesantimento della componente anziana e a bassa scolarizzazione (insiemi del resto abbondantemente coincidenti perché un tempo si studiava meno di ora) e una erosione dei segmenti di pubblico più “colti” (almeno a dare retta al titolo di studio).
(Fonte: tratto dall'articolo)