«Improvvisamente ho novant'anni. Ho un telefono, anche due, che suonano, delle idee che mi tengono sveglia insieme a tanti ricordi, la mia testa è come una piazza. Sopravvivere è un lavoro. Bellissimo, secondo me». Vi basteranno davvero poche righe per sentirlo fin da subito: il libro che avete tra le mani è un viaggio giovanissimo nella vecchiaia e nella vita tutta. Ironico, acutissimo, contagioso. Perché quando qualcuno ci fa il regalo di ribaltarci la testa, facendoci vedere le cose in un modo nuovo, è il nostro stesso presente che si illumina.
La vacanza dei superstiti è un testo vivo, cangiante, capace di gettare luce dentro ognuno di noi, perché è scritto da chi - dopo aver vissuto con furia, allegria e coerenza un secolo, accumulando esperienze e idee - si è guadagnato un privilegio raro: una libertà radicale, di pensiero e di parola. «A distanza, vediamo ogni cosa risolta. Siamo in una comoda poltrona a chiacchierare. Non so se essere grata al destino di avermi riservato una fin de partie cosí». Seduta idealmente (ma solo idealmente) su quella poltrona, lo sguardo pronto a spostarsi in un istante dal passato al futuro, Franca Valeri dà avvio al suo racconto. Una divagazione sulla vecchiaia (la sua e quella di tutti) infarcita di storie, aneddoti, sentenze spiazzanti, pensieri bellissimi. Poco più di cento pagine in cui si condensano tutta l'intelligenza e l'ironia sedimentate negli anni e visibili a occhio nudo come i cerchi degli alberi.
(Fonte: www.einaudi.it)