Hanno avviato piccole attività nel secondo Dopoguerra e da allora hanno costruito imperi miliardari. Ciascuno con il proprio stile e le sue strategie personali. Ecco alcuni dei principali capitani d’azienda che, a 80 e più anni, continuano a essere protagonisti vivaci e rampanti dei mercati e delle scene pubbliche. Sono nati a cavallo di anni frizzanti e insieme difficili, come i "Roaring Twenties" e i "Crazy Thirties": il primo conflitto mondiale era appena terminato, l’Europa era alle prese con la ricostruzione e negli States la produzione dei beni di massa e lo sviluppo delle tecnologie, dalle radio alle auto, assistevano a un’impennata. Un’epoca di benessere e di ottimismo non senza qualche ombra: tra tutte, il crollo della Borsa di Wall Street nel 1929 e l’affermazione dei regimi totalitari nel Vecchio Continente. Di una sostanziale frattura e discontinuità tra tradizione e modernità sono figli anche loro, i grandi capitani d’industria che avrebbero fatto fortuna a partire dagli anni ’50 e ‘60, cavalcando il boom economico, mostrandosi coraggiosi innovatori e pionieri, esplorando nuove strade, rivoluzionando interi settori sulla scia di una visione cosmopolita ricca di viaggi ed esperienze oltreconfine. La carrellata di nomi parte da Bernardo Caprotti, il patron di Esselunga, Leonardo Del Vecchio, proprietario del marchio Luxottica e Giovanni Rana, fino ai miliardari Rupert Murdoch e Ralph Lauren.
(Fonte: tratto dall'articolo)