Uno studio statunitense del «National Institute on Aging» esclude che l’assunzione di aspirina sia da considerare uno scudo universale per il cuore o un elisir di lunga vita e mette in guardia sui problemi che può provocarne l’assunzione giornaliera da parte di persone sane. I ricercatori hanno analizzato gli eventuali benefici dell’aspirina su oltre 19mila over 65enni sani per capire se l’aspirina, considerata un caposaldo nella prevenzione secondaria di eventi cardiovascolari, potesse essere utile servire anche ai soggetti sani. E’ risulatato che assumere 100 milligrammi di aspirina al giorno non ha alcun effetto sulla salute, anzi coloro che assumevano aspirina, avevano il 5,9% di probabilità in più di morire per tutte le cause possibili rispetto al 5,2% del gruppo di controllo. Per i ricercatori questo aumento del rischio potrebbe derivare dal rischio di sanguinamento ed emorragie, uno degli effetti collaterali dell’aspirina. L’aspirina non è indicata quindi per i soggetti sani, ma resta valida e irrinunciabile come terapia per la prevenzione secondaria, cioè nei soggetti a rischio, per la prevenzione di recidive di infarto e ictus o per soggetti con diagnosi di cardiopatia.
(Sintesi redatta da: Balloni Flavia)