Il potenziamento della funzione cognitiva nell’anziano e, possibilmente, la prevenzione del declino cognitivo consentono di contrastare l'insorgere dell’Alzheimer, una malattia che porta alla progressiva perdita delle funzioni cognitive e della capacità di svolgere le abituali attività quotidiane, fino alla perdita completa dell’autosufficienza.
In tal senso, la buccia di limone potrebbe essere usata come strumento per migliorare la memoria.
È quanto si propone di accertare l’Irccs, Istituto Centro San Giovanni di Dio-Fatebenefratelli di Brescia attraverso la ricerca “Effetto clinico e biologico di fitochimici derivati dal limone nel declino cognitivo soggettivo: uno studio pilota randomizzato controllato”, finanziata dalla Fondazione Wilhelm Doerenkamp.
"La buccia del limone è molto ricca di fitochimici - ha dichiarato la responsabile dello studio Samantha Galluzzi -. In particolare, due di questi, chiamati auraptene, della famiglia dei cumarinici, e naringenina, della famiglia dei flavonoidi, che hanno suscitato l’interesse della ricerca scientifica".
Alcuni studi animali su topi con diversi tipi di danno cerebrale, tra cui quello tipico della malattia di Alzheimer, hanno dimostrato che auraptene e naringenina hanno un effetto neuroprotettivo, antinfiammatorio e antiossidante e migliorano la memoria e l’apprendimento. Inoltre, in uno studio clinico, l'auraptene è stato somministrato ad un gruppo di anziani sani dimostrando un potenziamento della funzione di memoria immediata rispetto al placebo.
(Sintesi redatta da: Righi Enos)