Gli istituti di statistica di Spagna e Portogallo segnalano due fenomeni simili, separati solo dalla linea di confine, presenti nell’interno nord-occidentale della penisola iberica. Sono le due facce del problema comune che affligge la Galizia orientale, le Asturie, la Castilla y León nordoccidentale e il Portogallo nordorientale, quello di un drammatico calo demografico. Lo confermano Teresa Rodrigues, della Nuova Università di Lisbona, e Dolores Puga, demografa presso il Centro Superiore di Ricerca Scientifica. Puga indica che quanto mostrano le statistiche non ha tanto a che fare con la natalità, quanto piuttosto con decenni di forte emigrazione di persone in età riproduttiva. "Non è che i galiziani non avessero figli, ma li hanno avuti in Svizzera", afferma.
Delle dieci aree d'Europa con la percentuale più bassa di giovani secondo Eurostat, sei sono quelle quasi contigue di Spagna e Portogallo: Lugo, Ourense, Zamora, Altotámega, Trás-os- montes e Beiras e Serras de Estrela. Eurostat ha così offerto una fotografia nitida di quella realtà che da parte portoghese si innesca soprattutto con i distretti Bragança e Vila Real, confinante con la provincia di Ourense e che, nel caso spagnolo, si estende addirittura anche alla provincia di León e delle Asturie. Nell'interno del nord-ovest iberico esistono diverse realtà demografiche, nel quadro di un'evoluzione negativa a lungo termine, che costituisce la loro dinamica comune.
Allo stesso tempo, da una parte e dall'altra del confine, sono ricorrenti le manifestazioni sui tagli ai servizi pubblici, misure che rappresentano un “fenomeno perverso”, nelle parole di Puga, poiché alimentano il problema. Come le mobilitazioni contro la chiura di un asilo nido in un villaggio di Bragança, la tentata chiusura nel 2019 della sala parto dell'ospedale Orensa di Verín, le recenti proteste per la mancanza di medici nel nord di Lugo o quelle contrarie all'abolizione dei tribunali di zona portoghesi.
Il buco nero demografico interno della penisola iberica costituisce una "realtà unica", secondo il primo ministro portoghese António Costa, probabilmente influenzata reciprocamente dalla vicinanza tra le due comunità. Secondo Rodrigues, la crisi potrebbe essere mitigata attraverso politiche coerenti per la nascita e la famiglia, iniziative migratorie e di nuova occupazione e condizioni attrattive per la qualità della vita.
Tuttavia il rischio dell'autogol è dietro l'angolo:in Galizia, le zone rurali sono state tappezzate di manifesti che affermano che il futuro si scrive con "F per fillos (bambini)", in zone dove non c'erano donne in età riproduttiva, commenta il demografo Puga, critico nei confronti di certa politica della natalità suggerita dall’alto, che ritiene controproducente, poiché percepita come impositiva. E fa l'esempio di Pescueza, vicino Cáceres, divenuta una città residenziale per gli anziani che, solo grazie all’aumento dei servizi loro destinati, continuano a vivere nelle loro case.
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)