La necessità di individuare delle soluzioni applicabili a livello locale per il supporto alla domiciliarità di anziani fragili ha portato ad analizzare in un working paper le dimensioni innovative e le strategie del progetto La Cura è di Casa, promosso da un’ampia rete di soggetti pubblici e privati nella provincia del Verbano Cusio Ossola e di sette comuni dell’Alto Novarese.
È attivo dal 2016 quando si aggiudica il finanziamento della Fondazione Cariplo sul bando “Welfare in Azione” con l’obiettivo di offrire agli anziani del territorio servizi assistenziali leggeri, iniziative di prevenzione e invecchiamento attivo.
Come ricostruito nel paper, l’aspetto di maggior interesse non risiede tanto nell’aver creato un “pacchetto di servizi” che risponde ai bisogni degli anziani fragili, ma nell’averlo fatto sperimentando e mettendo a regime un nuovo modello di collaborazione che coinvolge attivamente i diversi attori della comunità.
Mettere allo stesso tavolo i Consorzi che hanno in gestione i Servizi sociali, le Residenza Sanitarie Assistenziali, l’Azienda Sanitaria Locale, organizzazioni di volontariato, Fondazioni erogative per la progettazione e gestione dei servizi de La Cura è di Casa costituisce innanzitutto una grande novità per la provincia.
Questi soggetti erano abituati a lavorare separatamente e proprio la mancanza di forme di coordinamento e integrazione contribuivano a rendere l’offerta di servizi di welfare per gli anziani ancora più frammentata.
La ricerca presentata nel paper mira a mettere in evidenza come il progetto abbia promosso una cultura organizzativa che assume quale priorità la risposta ai bisogni insoddisfatti degli anziani fragili.
Oltre alle risorse 'formali', il progetto mette a sistema le risorse 'informali' della cittadinanza in un’ottica di welfare di comunità, attraverso azioni di people raising e fundraising.
Si promuove in tal modo una responsabilizzazione diffusa rispetto ai problemi e ai bisogni della comunità e si favorisce l’integrazione tra competenze.
La collaborazione dei diversi partner e il coinvolgimento della cittadinanza in attività di volontariato hanno permesso di offrire un pacchetto di interventi “leggeri” che prima non c’erano o venivano erogati in maniera frammentata.
È stata quindi rafforzata e integrata la filiera degli interventi a supporto della domiciliarità che non ha come “porta d’ingresso” il Servizio di Assistenza Domiciliare, ma iniziative di prevenzione e invecchiamento attivo a cui seguono attività di supporto a bassa soglia per anziani fragili per promuoverne la salute e la qualità della vita.
La Cura di Casa offre quindi risposte diversificate per anziani attivi e in salute (ad esempio, corsi di ginnastica dolce, passeggiate, eventi culturali e di socializzazione) e per coloro che sono in una situazione di maggiore vulnerabilità (come disbrigo di faccende domestiche, movimentazione attiva, consegna pasti).
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)