Un recente studio condotto dall’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri Irccs con il sostegno dalla Fondazione Italo Monzino e pubblicato sulla rivista ‘Alzheimer’s & Dementia’, ha evidenziato come le varie forme di demenza senile interessino in maniera cospicua anche le fasce più anziane della popolazione che fino ad oggi erano scarsamente analizzate. L’indagine durata 16 anni mostra che la demenza progredisce con l’aumentare dell’età. La patologia interessa l’8% degli ultraottantenni, il 14% degli ultranovantenni, il 22% dei centenari e il 48% tra le persone che hanno 105 anni o più.
La relazione tra età e incidenza della demenza risulta così modellata dall’interazione di tre fattori fra loro correlati. Il processo di invecchiamento (ovvero l’accumulo nel tempo di cambiamenti e danni responsabili del declino funzionale), i vari fattori di rischio di decadimento cognitivo nel corso della vita e il crescente rischio di morte con l’avanzare dell’età. L’obiettivo dello studio è stato così quello di superare i dati delle ricerche sulla demenza che prendevano come riferimento i cosiddetti “giovani anziani”. Questo è stato fatto per analizzare l’impatto e l’incidenza di questa patologia sui grandi anziani in modo da sviluppare strategie di trattamento più efficaci e promuovere forme di interventi preventivi di salute pubblica in grado di ridurre l’impatto della demenza sull’individuo e la società.
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)