L’alimentazione può ridurre il rischio di demenza, soprattutto nei pazienti cosiddetti “grandi anziani”, cioè over 70 e soprattutto over 80. A mostrarlo sono i risultati di uno studio condotto dai ricercatori dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri e dell’Italian Institute For Planetary Health (IIPH), in collaborazione con l’Università degli Studi di Milano.
Dalla ricerca - pubblicata su Clinical Nutrition - emergono i benefici di un certo tipo di dieta e, in particolare, di quella Mediterranea nel contrasto alla demenza, che rappresenta una delle patologie più diffuse e delicate da gestire in terza età. «Abbiamo constatato che i soggetti che mangiavano in modo più vario e in quantità maggiori, ma sempre nella norma, avevano meno probabilità di andare incontro a demenza senile in età avanzata. Siamo partiti da una popolazione di over 80, arrivando però anche a persone centenarie, perché si tratta di una patologia tipicamente senile. Il motivo della minor incidenza della demenza nei soggetti con una dieta come quella mediterranea, in linea generale sta nel fatto che potevano disporre di un’alimentazione migliore sia in termini quantitativi (in modo da evitare carenze nutrizionali), sia in termini qualitativi», ha spiegato Mauro Tettamanti, epidemiologo ricercatore dell’Istituto Mario Negri.
L’adeguatezza e la varietà dell’alimentazione è un importante aspetto da considerare specie nel caso dell’anziano, che tende spesso a seguire diete monotone e poco ricche dei componenti nutrizionali chiave per un buon funzionamento cerebrale. I processi che sono alla base dell’invecchiamento cerebrale sono complessi e tra i fattori identificati che potrebbero essere in qualche modo modulati dall’alimentazione vi sono un flusso sanguigno ridotto, la disfunzione mitocondriale dovuta a stress ossidativo e il processo infiammatorio (definito anche inflammaging)», chiarisce Patrizia Riso, professoressa presso il Dipartimento di Scienze per gli Alimenti, la Nutrizione e l’Ambiente dell’Università degli Studi di Milano, che ha collaborato alla ricerca.
(Sintesi redatta da: Righi Enos)