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Donati Pierpaolo

La dignità dell’anziano nell’era della pandemia

La rivista del lavoro sociale, 1/2022, volume 21, 2022, pp.18-23

L’uso della robotica si sta espandendo, ma come si concilia con le esigenze dell’anziano che ha bisogno di relazioni umane? Certo il robot imita l’amicizia anche grazie al fatto che le industrie stanno cercando di investire proprio sull’aspetto della macchina, per renderla più antropomorfa (lineamenti gentili e amichevoli per una percezione positiva).

Ma al di là dei compiti che può assolvere, come aiutare l’anziano a fare ginnastica o ricordargli di prendere le pillole, resta la mancanza di una sua capacità ermeneutica. La tecnica robotica ha molti punti di forza: supera l’errore umano, fornisce prestazioni standardizzate. Ma il robot è impossibilitato a provare emozioni autentiche od empatiche che gli possano procurare la fiducia dell’anziano. 

La tecnologia inoltre nasconde un lato oscuro legato alla relazionalità: il rischio è che le relazioni antropomorfe confondano l’anziano. Vale la pena ricordare la differenza tra teoria delle capacità e teoria relazionale. Se nelle altre fasi della vita ciò significa che la dignità dell'essere umano è garantita da tutta una serie di capacità, cognitive e fisiche, ciò non sempre è possibile nell’età più avanzata. Il che non significa, naturalmente, che la persona perda di dignità solo perché subisce una perdita di controllo (di sé, dell’ambiente) dovuta all’età. Per questo bisogna ricorrere all’approccio relazionale, per il quale la dignità umana sta nel vivere dentro qualunque relazione portatrice di senso, qualunque siano le proprie capacità. 

Sulla base del recente sviluppo tecnologico le macchine, entro i prossimi due decenni, non sostituiranno il personale di assistenza, ma rimarranno riconoscibili come macchine, utili per supportare gli operatori all’intero delle strutture con compiti ben definiti, gestendo variazioni minori di questi compiti. Date queste limitazioni i robot devono essere progettati tenendo conto di accessibilità, modularità, semplicità e accettabilità. Le soluzioni di questo tipo non dovrebbero mirare a che i robot siano percepiti come compagni perché fino alla fine, l’anziano vuole essere riconosciuto nella sua umanità. Piuttosto bisogna lavorare su un cambio di cultura delle relazioni, apprendendo a relazionarsi senza il contatto fisico, ma facendo percepire all’anziano un’azione di riconoscenza e di riconoscimento profondo della sua umanità.

(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)

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Autore (Cognome Nome)Donati Pierpaolo
Casa Editrice, città
Collana
Anno Pubblicazione2022
Pagine18-23
LinguaItaliano
OriginaleSi
Data dell'articolo19000101
Numero1/2022
Fonte
Approfondimenti Online
FonteLa rivista del lavoro sociale
Subtitolo in stampaLa rivista del lavoro sociale, 1/2022, volume 21, 2022, pp.18-23
Fonte da stampare(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)
Volumevolume 21
Approfondimenti
Donati Pierpaolo
Attori
Parole chiave: Ausili Etica Relazione di cura