Nell'ambiente di lavoro odierno convivono cinque generazioni distinte: Baby Boomer (nati tra il 1946 e il 1964), Generazione X (1965-79), Millennial (1980-96), Generazione Z (1997-2012) e Generazione Alpha (dal 2012 in poi). Questo panorama multigenerazionale offre opportunità ai datori di lavoro ma presenta anche difficoltà. Ciò accade i un momento in cui il mondo del lavoro–in parte per la pandemia–è irriconoscibile rispetto a quello del passato.
I confini tradizionali sono sfumati: oggi i ventenni possono essere manager e i cinquantenni stagisti. La tecnologia ha, ovviamente, avuto un ruolo nell’accelerazione. Un recente studio dell’ADP Research Institute, People at Work 2023: a Global Workforce Wiev, ha evidenziato le diverse differenze esistenti tra generazioni. I lavoratori più giovani cercano uno scopo piuttosto che il puro stipendio.
La generazione Z (1997-2012)desidera sempre più svolgere un lavoro che ritiene possa fare la differenza. I giovani vogliono lavorare per un datore di lavoro in cui credono e desiderano una cultura diversificata e inclusiva in ufficio.
Quasi sette su dieci (69%) della Gen X e il 63% dei Millennial desiderano uno stipendio competitivo, e poco più della metà (52%) della Gen X e il 49% dei Millennial desiderano la sicurezza del lavoro. I Baby Boomer, al crocevia tra il vecchio e il nuovo, cercano uno stipendio competitivo (62%), ma anche godersi il proprio lavoro (59%)
(Sintesi redatta da: D'Amuri Vincenzo)