Il racconto di una vita ricostruito dagli oggetti che si trovano nella casa della zia professoressa, venuta a mancare, che come famiglia ha avuto i suoi studenti. Gli oggetti sono tanti, tutto è in ordine, pulito e diligentemente sistemato dentro armadi e cassettoni. La biancheria ricamata è stata riposta in sacchetti di cellophane, le lenzuola di lino e le tovaglie di fiandra preservate per le grandi occasioni. Le borsette originali vintage, avvolte meticolosamente dentro sacchetti di morbido panno, lampade e quadri, è difficile disfarsi della vita degli altri, eliminando oggetti che sembrano essere stati accumulati nell’umana illusione di poter «vivere in eterno». Tutto quanto viene accumulato nel corso di ogni vita rappresenta solo la nuda proprietà di beni presi a prestito che devono essere inevitabilmente riconsegnati. Non so se gli oggetti conservano traccia della memoria di quanti li hanno posseduti. Mi piace pensare che un po’ della loro anima continui a vivere al loro interno e possa essere il tramite sentimentale che attraversa l’universo, dove l’unica pittura resistente al tempo è quella impastata con l’amore dato e ricevuto.
(Sintesi redatta da: Righi Enos)