Negli ultimi 10 anni è cresciuta l’occupazione femminile, che è arrivata al 71%. Bisogna però osservare che due terzi delle donne entrate nel mondo del lavoro dal 2012 è part time, e in media guadagnano il 73% in meno dei colleghi. Inoltre ben il 28% delle occupate ha confessato di aver subito discriminazioni. Anche le pensioni delle donne, di conseguenza, sono inferiori a quelle degli uomini. Le proiezioni indicano che, viste le somme minime che ricevono, entro 40 anni le donne giapponesi che andranno sotto la soglia della povertà saranno il 50% (il 25% per quelle sposate). Dalle statistiche ufficiali si calcola che le entrate delle coppie di longevi pensionati dovranno essere integrate, per permettere loro di vivere decorosamente. Invece, per le donne non sposate, le pensioni saranno prosciugate, in media, venti anni prima della loro morte. Il sistema pensionistico giapponese è giudicato pessimo, è al 31 posto su 37 nazioni monitorate dal Melbourne Mercer Global Pension index. Per questo il governo nipponico sta cercando altre soluzioni.
(Sintesi redatta da: Balloni Flavia)