Anche in Spagna, come in molti altri Paesi europei, sono molto accesi i toni riguardanti il dibattito sull’eutanasia e il fine vita, e si chiede al Governo di procedere al più presto all’approvazione una legge che regoli la materia. Il testo è già redatto ed è atteso con grande interesse; anche l’opposizione dei conservatori è molto blanda.
Senza dubbio, il Codice Etico dei medici spagnoli, vieta loro di prendere parte a pratiche che conducano all’eutanasia, sebbene comincino a sollevarsi voci contrastanti in materia. Gli argomenti dei "dissenzienti" si possono riassumere in 5 punti: la Spagna non è uno stato confessionale, pertanto le direttive prese nell’ultima Conferenza Episcopale devono rimanere confinate nel solo ambito spirituale. Le cure palliative, poi, atte ad impedire il ricorso estremo all’eutanasia e l’eutanasia stessa, non sono in concorrenza fra loro. Il giuramento di Ippocrate, al quale si richiamano gli obiettori, che proibisce al medico il ricorso alla somministrazione di sostanze velenose, è una visione arcaica, che va contestualizzate nel tempo. Infine, né il paziente fragile dal punto di vista emotivo, può essere spinto ad una decisione senza una rigorosa commissione medica, né è fondato il timore di chi paventa una “banalizzazione” dell’eutanasia, per l’impossibilità oggettiva di creare, in materia, false ideologie.
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)