L'operatore sanitario Gianni Portogallo ci racconta in che modo, quotidianamente, si prende cura degli anziani, le persone più vulnerabili, in questo periodo di pandemia.
"Fino a pochi mesi fa non c’era giorno in cui facevo mancare loro un bacio, una carezza, un abbraccio - racconta Portogallo -. Ma ora, vista l’emergenza, devo necessariamente tenermi un po’ distante da loro, cercando però di essere quanto più bravo possibile a trasmettere a distanza il doppio dell’affetto. Ciò alla luce anche del fatto che da un paio di mesi non possono vedere i propri cari. Ho visto figli e nipoti piangere disperatamente perché non vedono i propri congiunti, alcuni di loro perfino mi hanno chiesto di poter entrare furtivamente dal giardino e raggiungerli in reparto dalle scale esterne di emergenza. Mi piange il cuore vedere i parenti degli ospiti in queste condizioni e posso perfettamente capire cosa provano. Io personalmente ho la mia mamma a casa ed è una tortura non poterle dare un bacio: immagino loro che vivono come se non li avessero. Comunque io vado avanti sempre con il mio obiettivo: riuscire a portare il sole ogni giorno nei loro cuori e anche se a volte il sole manca dentro di me.”
La foto e le parole di Gianni Portogallo sono però il simbolo dell’amore che, come lui, molti operatori sanitari rivolgono quotidianamente agli anziani che assistono. Un bisogno di attenzioni che in questo periodo assume ancor più importanza. Con l’impossibilità di ricevere visite dai loro parenti, gli anziani hanno come unico contatto umano quello con gli operatori sanitari che li assistono.“Ogni anziano che muore è paragonabile ad una biblioteca che brucia… Proteggiamoli.”
E’ questo il messaggio che accompagna la foto pubblicata da Gianni Portogallo sul proprio profilo Facebook.
(Fonte: tratto dall'articolo)