Nei laboratori di innovazione è esplosa la «gero-technology», la tecnologia al servizio dell’anziano. Sono molte infatti le idee, anche se per la maggior parte in fase sperimentale, per offrire dei prodotti che favoriscano la qualità della vita delle persone in là con gli anni.
Tra questi una start-up italiana che si chiama «Future Age» ha prodotto D-Air Lab, un airbag intelligente in grado di proteggere dalle cadute, che gonfia cuscinetti prima dell’arrivo a terra attutendo la caduta e attivando un allarme e un sistema di localizzazione via Gps che invia una notifica ai familiari. Sono stati sviluppati poi diversi Badanti umanoidi in grado di afferrare e porgere oggetti ma anche, come il robot belga «Zora» di aiutare gli anziani negli esercizi di attività fisica e nei giochi ed intrattenerli con intere conversazioni. Il cucciolo robotico è giapponese e viene utilizzato nelle case di riposo già dal 2003, perché incoraggia i residenti a interagire e parlare, si è dimostrato utile anche per chi soffre di depressione. E’ invece italiana la t-shirt in tessuto elasticizzato con sensori in fibra ottica capace di misurare la frequenza cardiaca e i dati respiratori. C’è poi «Chat Yourself», assistente virtuale che memorizza l’intera vita di una persona, restituendole, su richiesta, informazioni fondamentali come il nome, il contatto dei figli, il percorso per tornare a casa, e altri elementi personali utili ad affrontare la propria giornata. Per gli anziani colpiti da ictus infine è stato realizzato «Promotoer», piattaforma «Brain-Computer Interface» destinata alla neuroriabilitazione dei movimenti che dà al fisioterapista la possibilità di rieducare il paziente al recupero di un arto stimolando direttamente l’attività cerebrale che controlla proprio quello specifico movimento.
(Sintesi redatta da: Balloni Flavia)