In Italia nel corso degli ultimi mesi un ruolo decisivo per curare e attenuare le ferite della pandemia è stato giocato dal Terzo settore - ovvero da quell’insieme di enti e organizzazioni che si pone uno scopo socialmente meritorio e opera in settori come quelli di salute, assistenza, mense dei poveri, riduzione dello spreco, formazione permanente, parità di genere, cultura, sport, cooperazione internazionale attraverso modalità organizzative sempre nuove che oggi includono tra le molteplici forme organizzative le fondazioni comunità, le cooperative di comunità e le cooperative sociali. L’importanza dell’operato del Terzo settore non è forse ancora compresa appieno dall’opinione pubblica.
Nel corso degli ultimi decenni è invece progressivamente cresciuto e si è consolidato il consenso tra gli economisti sul ruolo fondamentale del 'capitale sociale' come collante e precondizione per lo sviluppo e la coesione sociale. Gli enti di Terzo settore infatti non sono soltanto la risposta più prossima e celere ai bisogni emergenti della società, ma – nel loro operare attraverso il tempo e le energie donate da dipendenti e volontari – alimentano e costruiscono quel capitale sociale che è prerequisito fondamentale per lo sviluppo economico e sociale.
L’innovazione del Terzo settore punta infatti a una crescita di capacità di creare impatto sociale e ambientale combinandola con la creazione di valore economico e mettendo al centro della propria azione la promozione della dignità della persona. Anche una recente sentenza della Corte Costituzionale sostiene la rivoluzione della coprogettazione. Gli enti di Terzo settore non sono solo potenziali vincitori di bandi costruiti dalla pubblica amministrazione ma per le loro competenze, conoscenza dei problemi del territorio e sensibilità sociale possono concorrere con l’amministrazione alla definizione delle politiche sociali.
Nella motivazione della sentenza, la Corte Costituzionale giustifica questa scelta affermando che «gli enti di Terzo settore, in quanto rappresentativi della 'società solidale', del resto, spesso costituiscono sul territorio una rete capillare di vicinanza e solidarietà, sensibile in tempo reale alle esigenze che provengono dal tessuto sociale, e sono quindi in grado di mettere a disposizione dell’ente pubblico sia preziosi dati informativi, sia un’importante capacità organizzativa e di intervento: ciò che produce spesso effetti positivi, sia in termini di risparmio di risorse che di aumento della qualità dei servizi e delle prestazioni erogate a favore della 'società del bisogno'». Next Generation Eu riconosce questo valore e destina 11,17 miliardi a infrastrutture sociali, famiglie, comunità e Terzo settore. Le parole chiave del piano sono infatti deistituzionalizzazione, domiciliarità, progetti personalizzati.
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)