In Svezia l’assistenza agli anziani è uno dei temi prioritari della politica. Tutte le municipalità, a livello locale, hanno i loro consigli comunali con politici eletti direttamente dalle comunità. Per cui, i politici locali hanno la responsabilità, nei confronti dei propri elettori, dell’organizzazione dell’assistenza agli anziani. I partiti politici sono quindi i principali promotori di queste politiche, a livello locale e nazionale. Il tema non è divisivo nella politica e nel processo decisionale. L’unico tema divisivo resta quello dei fornitori for profit, verso i quali i partiti di sinistra sono più scettici.
La Long Term Care è un servizio a carattere universalistico, è dunque accessibile a tutti i residenti che ne abbiano bisogno, senza alcun tipo di limitazione. Si tratta di un insieme di servizi strutturati e finanziati attraverso la tassazione pubblica. Le spese per gli utenti sono relativamente basse e, oltretutto, calcolate in base alla fascia reddituale. Gli utenti accedono ai servizi di assistenza continuativa attraverso una valutazione effettuata dai governi locali, le cosiddette “municipalità” (circa 290 nel territorio nazionale). Il servizio è regolato da numerose norme, leggi e linee guida emanate dal governo centrale; il servizio è infatti “standardizzato” in tutto il Paese, secondo alcuni indicatori quantitativi (il numero di servizi erogati) e qualitativi (la qualità dei servizi).
Se la regolamentazione e il finanziamento della Long Term Care sono pubblici, l’offerta di servizi è mista. La maggior parte dei fornitori sono gli enti pubblici, ma ci sono anche attori privati, accreditati direttamente dalle municipalità. In effetti, una parte rilevante dell’assistenza a lungo termine svedese è l’investimento su logiche di “ageing in place”. Si tratta di servizi domiciliari, forniti direttamente presso le abitazioni degli utenti anziani, da un team di assistenti socio-sanitari, infermieri e medici. Sono sempre meno gli anziani che soggiornano in Residenze Sanitarie Assistenziali. Si privilegia la permanenza dell’anziano a casa.
Tre sono i pilastri fondamentali: le residenze assistenziali, l’assistenza a domicilio e quella a breve termine. L’assistenza a breve termine è una specie di riabilitazione dopo un periodo di degenza in ospedale. I beneficiari del servizio possono poi – sulla base di una valutazione personalizzata – scegliere il fornitore di assistenza domiciliare tra gli enti privati e quelli pubblici. Sebbene il ruolo delle famiglie nella gestione dei carichi di cura sia ancora molto importante, il sistema è costruito sull’idea che la Long Term Care debba essere una responsabilità pubblica e collettiva. Condivisa tra tutti i cittadini e lo Stato centrale.
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)