A dare il la è stato il karaoke. Sembrava solo un desiderio di protagonismo, invece si è capito che il bisogno principale era proprio quello di cantare.
Da quel momento il fenomeno è esploso con talent, cori, scuole di musica. Canto corale, a cappella, gregoriano, non importa: i benefici sono riscontrabili sia a livello fisico che psicologico.
Dal punto di vista fisico il canto migliora i sintomi della malattia di Parkinson e di quelle polmonari. I ricercatori dell'università di Cardiff hanno scoperto che i pazienti affetti di cancro ai polmoni, impegnati in canto corale, hanno maggiori capacità respiratorie rispetto a chi non lo fa.
La voce dei malati di Parkinson che cantano in cori appositamente creati, è migliorata grazie all'uso prolungato della respirazione profonda e delle corde vocali.
Inoltre far parte di un coro stimola un aumento dell'ossitocina, l'ormone che agisce su stress e ansia stemperandoli.
(Sintesi redatta da: Nardinocchi Guido)