In alcuni pazienti la malattia di Parkinson potrebbe avere origine a livello intestinale. La comprensione del legame intestino-cervello nella malattia potrà consentire la diagnosi precoce e lo sviluppo di nuove terapie mirate all’intestino. Tremore a riposo, rigidità muscolare, problemi di equilibrio e di coordinazione, lentezza nei movimenti, difficoltà a parlare: sono i sintomi più comuni della malattia di Parkinson. Ma spesso questa patologia è associata anche a disturbi gastrointestinali, come la stitichezza, che compromettono ulteriormente la qualità della vita dei pazienti. Questi disturbi, almeno in alcuni individui, precedono di alcuni anni il manifestarsi dei sintomi motori più tipici della malattia. Tanto da far ritenere che la patologia possa iniziare nell’intestino. È quanto emerge da un articolo pubblicato in un supplemento speciale del Journal of Parkinson’s Disease, in cui Filip Scheperjans e il suo team di ricercatori della University of Helsinki in Finlandia analizzano la letteratura scientifica sul tema degli ultimi 20 anni per poi passare a esaminare le questioni di ricerca ancora da risolvere e fare previsioni sugli sviluppi futuri.
(Fonte: tratto dall'articolo)