“Assisteremo alla morte della morte” ha detto a “El Mundo” Josè Luis Cordeiro, docente della Singularity University di California, fissando una possibile scadenza, il 2045. “I progressi della scienza ci daranno la possibilità di curare l’invecchiamento, causa principale della malattia e, anche, di ringiovanirci. Si fa già a livello di cellule e tessuti, potremo farlo per tutto l’organismo”. Queste affermazioni sono state fatte nel corso di un recente congresso sulla longevità che si è svolto a Madrid, nel corso del quale anche Rodolfo Goya del National Scientific and Technical Research Council di Buenos Aires ha affermato: “Di recente è stato possibile indurre una riprogrammazione cellulare in un animale vivo, prolungandone la vita. Quindi non si tratta di sapere se si può, la domanda è quando”. Uno degli obiettivi della scienza è proprio quello di riuscire a sconfiggere l’invecchiamento umano e di conseguenza la morte. E se una delle linee di ricerca riguarda proprio quella di contrastare il più possibile l’invecchiamento cellulare attraverso le terapie geniche anti-invecchiamento o la sostituzione di arti e organi deteriorati con altri nuovi coltivati biologicamente in laboratorio, altro ramo di sicuro interesse riguarda il processo di ibernazione, tecnicamente detto “sospensione criogenica”. Infine, lo lo scienziato e futurologo Ray Kurzweil, ingegnere capo di Google, è convinto che, “entro il 2030 avremo ‘nanobot’ che viaggeranno nel corpo per curarci; verranno inseriti nel cervello in modo non invasivo attraverso i capillari. I nanobot nel sangue distruggeranno gli agenti patogeni, rimuoveranno i detriti, libereranno i nostri corpi da coaguli e tumori, correggeranno i difetti del Dna e invertiranno il processo di invecchiamento”.
(Fonte: tratto dall'articolo)