Alice Mado Proverbio, docente all'Università di Milano-Bicocca e autrice del libro "Neuroscienze cognitive della musica, afferma " La musica conforta il paziente, ne migliora l'umore e stimola la memoria autobiografica, facendo riaffiorare ricordi personali e rafforzandone l'identità", con effetti positivi sulla demenza. E non è tutto, osserva l'esperta, la pratica musicale come hobby o sotto forma di musicoterapia costituiscono un importante metodo per rinforzare la cosiddetta "riserva cognitiva", ovvero quel bagaglio di funzione cerebrale che in età anziana fa da contrasto allo sviluppo della demenza. I risultati dell'indagine hanno dimostrato che, a prescindere dal sesso, dalla salute o dalla forma fisica degli individui, il fatto di suonare uno strumento musicale comporta una riduzione della probabilità di sviluppare una demenza senile". Ancora, nei pazienti con Parkinson, accoppiare i passi a stimoli ritmici esterni (come un brano musicale molto ritmato) porta a miglioramenti motori a lungo termine, come una camminata più rapida passi più lunghi e sicuri.
(Fonte: tratto dall'articolo)