Nel 2006, in Zimbabwe, lo psichiatra Dixon Chimbada ha inventato la Panchina dell’amicizia: nei parchi delle città del Paese africano sono state formate e messe a disposizione delle “nonne”.
Anziane volontarie, custodi della saggezza locale e dotate di esperienza da condividere, hanno partecipato ad alcuni corsi di formazione di un mese ciascuno. Il primo corso è teorico e consiste in un training cognitivo comportamentale basato su problem solving, l’attivazione comportamentale e la programmazione di attività. Poi si passa a un training pratico con tante simulazioni e poi si arriva ai pazienti veri. Alle nonne sono poi forniti degli strumenti standard per permettere loro di fare lo screening del paziente. Le nonne iniziano parlando di se stesse, poi, garantendo la privacy, chiedono al paziente di condividere la sua storia.
La donna ascoltando prende appunti su una piccola scheda e quando il paziente ha terminato, la nonna fa il riassunto della storia, dimostrando che ha ascoltato sul serio. A questo punto la nonna chiede qual è il problema da cui cominciare, perché lavorare su un problema che scelgono, fa diventare gli altri meno rilevanti. Nel programma gli uomini non vengono arruolati perché sono meno bravi ad usare l’empatia o a dare un abbraccio, e poi si deve pensare che sulle panchine delle nonne si piange molto (e fa bene), e l’idea è di alzarsi con in mano una soluzione.
Il progetto è nato dopo una crisi umanitaria che ha lasciato settecentomila persone senza casa e senza lavoro nello Zimbabwe. Oggi sono poco più di 500 nonne volontarie, senza ricevere pagamenti, che si alternano sulle panchine dell’amicizie e parlano con tre pazienti al giorno in media. Le panchine dell’amicizia oggi si trovano anche a Zanzibar, in Malawi, in Botswana e in Liberia. Sono partiti anche altri due programmi, uno a New York, con due panchine nel Bronx e a Harlem, e nel nord di Londra, a Edgware. Sempre a Londra alcuni grandi magazzini vorrebbero installare una panchina nei loro negozi.
Anche il Vaticano ha contattato Chimbada, utilizzando i preti invece delle nonne ma ne stanno ancora discutendo.
(Sintesi redatta da: Balloni Flavia)