La pandemia da coronavirus ha cambiato anche la morte. Precedentemente la morte era percepita in due maniere: improvvisa, per un incidente o uno choc patito dal fisico, oppure lenta, dovuta a malattia. Quindi non c'era confine tra l’impreparazione assoluta e la graduale predisposizione alla fatalità, e in tutti e due i casi si sapeva come era avvenuta.
La morte prima del coronavirus aveva una narrazione, perché c’era una storia alle spalle che poteva essere ricostruita. Invece la morte da coronavirus non fa parte del discorso dell’esistenza, manca sia il colpo secco che la guerra con il male.
Con i rapporti più sfilacciati, meno quotidiani, si può così scoprire di qualcuno che è morto di Covid, è sparito nel giro di pochi giorni, aggiungendosi al lungo ed asettico elenco delle vittime, Sappiamo tutti come è accaduto, lo hanno ripetuto mille volte in tv, ma non c’è niente di più terribile di qualcosa di spiegabile che avviene in modo misterioso. Si muore in modo distanziato eppure così vicino.
E qualunque sarà la nostra sorte, individuale e collettiva, non potremo mai scordare e tornare a prima di questa esperienza.
(Sintesi redatta da: Balloni Flavia)