Il concetto di “anziano-risorsa”, che l’Oms definisce già nel 1996, parte da una visione positiva della persona, in continuo sviluppo e in grado di contribuire, in ogni fase della vita, alla crescita individuale e collettiva.
L’anziano “risorsa” viene identificato come colui che partecipa ad attività per mantenere la salute fisica e mentale, accrescere la qualità delle relazioni interpersonali e migliorare la qualità della propria vita, contribuendo a ridurre il livello di dipendenza dagli altri e allo stesso tempo rappresentando una risorsa per la collettività.
Secondo un'indagine svolta da Passi d’Argento (un sistema che monitora la popolazione italiana con più di 64 anni di età), quasi 1 persona su 3 (29%) rappresenta una risorsa per i propri familiari o per la collettività.
Il 19% si prende cura di congiunti, il 14% lo fa prendendosi cura di familiari o amici, con cui non vive, e il 6% partecipa ad attività di volontariato. Questa capacità/volontà è prerogativa femminile ma si riduce notevolmente con l’avanzare dell’età, è minore fra le persone meno istruite o con difficoltà economiche.
Nelle P.A. di Bolzano e Trento la quota di “anziano risorsa” è la più alta.
La partecipazione ad eventi sociali, come gite o soggiorni organizzati o la frequentazione di corsi di formazione coinvolge poco più di 2 persone su 10: il 23% degli ultra 65enni ha partecipato a uno di questi eventi, per lo più gite e soggiorni dal momento che meno del 5% frequenta un corso di formazione (come corsi di inglese, cucina, uso del computer, o percorsi presso università della terza età).
La partecipazione a questi eventi sociali si riduce con l’età (se coinvolge 1 persona su 3 prima dei 75 anni, vede coinvolte solo 1 persona su 15 dopo gli 85 anni) e comunque coinvolge meno le persone con bassa istruzione o con difficoltà economiche, le donne meno degli uomini, le persone di cittadinanza italiana meno dei cittadini italiani.
L’indagine è relativa al periodo 2016/2018
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)