La stampa internazionale si interroga sul rapporto che la Francia ha con i più anziani.
La “rivolta dei capelli bianchi” fa ora indietreggiare il governo, constata “El Pais”, e domenica 19 aprile Macron ha dovuto rettificare il tiro annunciando che per gli ultrasessantacinquenni non sarà un obbligo rimanere a casa dopo l’11 Maggio, bensì soltanto una raccomandazione.
“Le Soir” sottolinea che da lunedì 20 aprile i residenti nelle case di riposo possono ricevere la visita di uno o due parenti, naturalmente nel rispetto delle cautele in atto durante la pandemia. La decisione, racconta “El Pais” rappresenta un sollievo per i 700.000 anziani che vivono in queste strutture, dopo pesanti settimane di isolamento.Per chiudere la questione Macron venerdì scorso ha dichiarato che non era sua intenzione discriminare gli anziani chiedendo il prolungamento dell’isolamento, ma solamente un richiamo alla responsabilità individuale. Ma molte situazioni fanno sollevare dubbi circa il rapporto che la Francia ha con i più anziani in questo periodo critico.
Secondo “Le Devoir” la pandemia ha accentuato la stigmatizzazione nei loro confronti. Le autorità francesi, all’inizio della crisi, addirittura non conteggiavano tra i morti per Covid19 i decessi nelle case di riposo.
“Bisogna concludere che queste morti sono insignificanti rispetto a quelle di persone più giovani?” sottolinea in un dibattito un collettivo di ricercatori.
Radio Canada si unisce al coro mettendo in rilievo che la Francia ha sacrificato gli ultra 75enni per non sovraccaricare le terapie intensive. Il caso è stato sollevato a fine marzo anche dalla stampa tedesca.In Francia sono circa 8000 le persone anziane morte per Covid19 nelle strutture residenziali e socio sanitarie. Molte di esse sono state private delle cure necessarie.
(Sintesi redatta da: Miuccio Angela)