Il suicidio è un fenomeno tristemente diffuso, soprattutto tra gli anziani. Le statistiche nazionali degli anni passati evidenziano che la fascia dell’età anziana ha il più alto tasso di suicidi riusciti. Il suicidio è un fenomeno age-related: si osservano, infatti, quozienti crescenti al crescere dell’età (1,4 suicidi ogni 100.000 abitanti fino a 24 anni di età e 10,4 suicidi ogni 100.000 abitanti oltre i 65 anni. Dati OMS, 2015). Ma che cosa è successo in questi mesi di pandemia in Italia?
Oggi è ancora troppo presto per una comparazione con lo scostamento causato dal Covid-19. Stiamo perdendo di vista il fenomeno. La crisi attuale riguarda molti aspetti: la pandemia e la crisi sanitaria, la crisi economica e del lavoro, gli attriti internazionali tra le diverse forze geopolitiche in campo, il disastro ecologico incombente. Ma occuparsi degli anziani è una priorità: per mantenere unita la società e per gratitudine.
Per prevenire il suicidio nell’età anziana, distinguiamo a grandi linee: ideazione suicidaria, gesti suicidari e tentativi suicidari. L’ideazione suicidaria nasce dalle sconfitte avvertite come definitive, che fanno sorgere alcuni interrogativi, alcune fantasie e appunto ideazioni più o meno volatili o persistenti, senza passaggio all’azione.
Il gesto suicidario esprime l’intenzione di ritirarsi dalla vita. Si esprime in varie forme, anche inapparenti a uno sguardo superficiale, come la rinuncia alla cura, al cibo. O agire volutamente con comportamenti che mettono a rischio la vita, soprattutto rinunciando a trasmettere l’esperienza di fronteggiamento e soluzione dei problemi di vita.
Il compito di aiutare l’anziano in difficoltà spetta alla società nel suo insieme che deve assolvere al ruolo di famiglia, solidale e proattiva. È infatti il modello familiare l’unico vincente, da applicare alle comunità più ampie, da quella di condominio, di quartiere, per arrivare a quella nazionale e inesorabilmente, vista la connessione irreversibile, a quella mondiale, comprendendo nella relazione l’ambiente in cui viviamo, dal quale non possiamo prescindere più, pena difficoltà insormontabili.
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)