La metodologia nota come la ruota di Barroso, dell’etnopsichiatra brasiliano Adalberto De Paula Barreto si basa su un approccio ai problemi di psicosefferenza maturato nei quartier malfamati di Fortaleza, dove svolgeva un’attività di accoglienza e di responsabilizzazione a livello locale.
Una metodologia che da 30 anni è utilizzata in America Latina, ma anche in Europa, per promuovere l’empowerment e la resilienza. In Italia nel 2017 l’associazione CIVIBO apre una cucina popolare a Bologna all’interno di un centro anziani e introduce gradualmente la ruota: in una prima fase tra dicembre 2017 e marzo 2018 invitando i partecipanti a sedere in cerchio per confrontarsi sul servizio offerto, sul valore del pasto condiviso, chiedendo aspettative e proposte.
Questo ha trasformato, a titolo di esempio, un’anziana da fruitrice della mensa a donatrice di 12 kg di tortellini, condivisi con gli ospiti della cucina. Poi da aprile 2018 sono iniziate le Ruote vere e proprie di circa 1 ora e mezza l’una, durante le quali si creava un clima di condivisione. L’età media dei partecipanti era 50 anni, prevalentemente donne.
Tra gli obiettivi degli organizzatori c’era l’intento di coinvolgere a cerchi concentrici il territorio circostante, auspicando che potessero partecipare alla ruota anzitutto gli anziani frequentatori del centro e i volontari della vicina parrocchia, poi gli studenti dell’università adiacente e i frequentatori del centro interculturale.
Successivamente la cucina popolare si è trasferita dal centro anziani dove era ospitata alla struttura Opera Marella. Sempre a Bologna lo strumento della Ruota si è attivato presso una casa di quartiere denominata Graf rivolta alle anziane coinvolte nei progetti di socializzazione dei servizi sociali.
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)