La contro-riforma del primo governo Conte ha stabilito un "temporaneo" allentamento - della durata di tre anni - dei requisiti per il pensionamento richiesti dalla riforma del 2011. La misura poggiava sull'ipotesi che per far posto ai giovani nel mondo del lavoro è necessario ricorrere al pensionamento anticipato di lavoratori non più giovani ma in buona salute e con occupazione stabile che, invece, continuando a lavorare un po' più a lungo, rafforzerebbero con i contributi, sia la propria situazione economica nell'età anziana sia il benessere collettivo. La temporaneità di quota 100 ne limita i costi complessivi, ma rende difficile giustificare la diversità di trattamento tra chi matura quota 100 con 62 anni di età nel 2021 e chi, trovandosi nella stessa condizione nel 2022, dovrà ancora aspettare 4/5 anni mancanti al raggiungimento dei 41/42 anni di anzianità o dei 67 anni di età.
(Sintesi redatta da: Linda Russo)